Alla luce di quanto emerso dalla recente conferenza mondiale sul cambiamento climatico, vorremmo evidenziare in sintesi alcuni punti di interesse.
Tenendo conto che ogni decisione deve esser presa dai 196 paesi che hanno partecipato, con tutte le divergenze di posizioni che presenta una così vasta platea, con esigenze economiche e sociali molto diverse tra loro, il consenso unanime non è cosa facile. I risultati ottenuti sono quindi importanti.
Considerando 3 degli obiettivi principali emerge che:
La mitigazione, ossia azzerare le emissioni nette entro il 2050 e contenere l’aumento delle temperature non oltre i 1.5° C rispetto all’epoca preindustriale, porterà ad una accelerazione dell’eliminazione del carbone, riducendo la deforestazione ed incrementando l’utilizzo delle energie rinnovabili. Aver inserito un limite molto più stringente, (solo nel 2016 nell’accordo di Parigi il riferimento era 2.0° C), è uno dei risultati più importanti della COP26. Tale limite implica che le politiche climatiche, messe in atto dai diversi paesi, dovranno necessariamente essere aggiornate e rinforzate, dato che con quanto previsto ad oggi dai modelli di sviluppo l’obiettivo dei 1.5° C non verrà raggiunto.
L’adattamento, ossia supportare i paesi più vulnerabili per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali, porterà ad una serie di azioni volte a raddoppiare i fondi internazionali per le opere di adattamento a tali impatti. E’ stato inoltre approvato un programma di lavoro per creare il “Global Goal on Adaptation”, finalizzato a definire gli indicatori per monitorare le azioni di adattamento dei Paesi. E in conclusione sul tema della definizione degli strumenti finanziari per far fronte ai danni subiti “Loss and Damage” è stato previsto un “dialogo” che si concluderà entro il 2024, per l’istituzione di un fondo per sistemi di allerta e minimizzazione delle perdite e danni conseguenti ai cambiamenti climatici.
La finanza per il clima, ossia mobilizzare i finanziamenti ai paesi in via di sviluppo, anche se l’obiettivo di 100 miliardi USD annui, entro il 2020 non è stato raggiunto, (nonostante nel 2019 si siano sfiorati gli 80 miliardi), nell’ambito della conferenza tuttavia ci sono stati degli impegni da parte di Paesi e di diverse istituzioni finanziarie per aumentare i propri contributi a tal fine. Secondo stime aggiornate dall’OCSE, la quota 100 miliardi potrebbe essere raggiunta entro il 2023, con la prospettiva positiva di aumentare progressivamente l’impegno negli anni successivi.
In conclusione possiamo affermare che, anche se non tutto si muove per il verso giusto come per esempio la deforestazione dell’ amazzonia, polmone verde del mondo, e in Cina tornano a farsi vedere nuove centrali a carbone, una sensibilizzazione crescente soprattutto nelle nuove generazioni alla scottante tematica ambientale e un auspicabile forte progresso nelle conoscenze e nelle tecnologie, ci può senza dubbio rendere più positivi nei riguardi della sostenibilità politica ed economica che sottende una più ampia sostenibilità globale. Ma tutto ciò non è abbastanza, occorre infatti andare verso la COP27 facendo sentire la voce del singolo abitante del Pianeta… noi continueremo a fare la nostra parte !